L’epoca dell’incertezza.
Perché siamo propensi al rischio, ma non all’incertezza. L’incertezza è diversa dal rischio, non è misurabile. Il rischio, invece, è calcolato.
Perché siamo propensi al rischio, ma non all’incertezza. L’incertezza è diversa dal rischio, non è misurabile. Il rischio, invece, è calcolato.
Avevo scritto questo articolo per illustrare le reazioni di persone ed ecclesiastici alle frasi del Papa. Poi, però, strada facendo, ho notato delle incongruenze. Soprattutto guardando l’intervista a Alazraki, citata da Padre Spadaro. Intanto, dal Vaticano, nessuna smentita (e chi tace acconsente). Premetto che io sono favorevolissima alle unioni civili e anche ai matrimoni gay.
Sopra le case bianche campeggiano cisterne nere, che si scaldano quando il sole ci batte sopra. Servono per l’acqua. Il sole si alza, qui, come in tutti i luoghi del mondo. Ma la Palestina, fatta di terra bianca e arida, è divisa e ambita. Ci sono tre Palestine: la parte centrale, la zona A, è quella più interna.
Quando scendi dall’aereo ti immagini gli effetti della guerra, ti chiedi se il Vietnam si è rialzato in piedi. Ti chiedi cosa pensi il suo popolo e come sia quel Vietnam ora. Se quella Saigon, ora Ho Chi Minh City, così tanto raccontata in passato, sarà la stessa che vedranno i tuoi occhi.
Shanghai - Una ragazza mangia i suoi noodles nel mercato sotterraneo, lo Yatai Xinyang di Shanghai. Li mangia in piedi, tra finti zaini Herschel di mille colori, scarpe Nike riprodotte alla perfezione, giochi Lego che si chiamano Lepin Technics.
Maltepe, Istanbul. Striscioni con scritto Tamam, «adesso basta», sventolavano in questa giornata di pioggia e sole. Capellini con scritto Adalet, che significa giustizia; bandiere di Ataturk, il padre della Turchia laica e libera; bandiere nazionali.
Io credo nella libertà delle fonti e nella libertà di espressione. Credo che il giornalismo debba dare voce a mille voci. Credo che ascoltare sia un bene, non una colpa. Credo che per essere giusta, l'informazione debba essere completa. Un giornalista non scrive quello che vuole, un giornalista descrive quello che vede. E quindi, il mio articolo, stavolta, non è un articolo: è una lettera. La lettera che queste 96 ragazze mi hanno inviato e che io ho scelto di condividere senza toccare una virgola.
Roccia scura su terra chiara. Sono le montagne dell'Oman, la catena dell'Hajar. Per arrivare al centro di Muscat, dove sorge il palazzo del Sultano Qābūs, bisogna passarci attraverso. Le costruzioni, di un bianco accecante, spiccano sotto il cielo azzurro e le bandiere sventolano sul porto naturale della città. Noi occidentali sappiamo poco dell'Oman. Ci aspettiamo probabilmente una terra piatta e arida.
È difficile scrivere di Manhattan se non hai mai visto l'America. La linea di un grattacielo va disegnata dritta, le piccole case vanno descritte nei dettagli. In Come parlare di luoghi senza esserci mai stati, Pierre Bayard approfondisce il tema, mostrando esempi di scrittori che descrivono dettagli di posti che non hanno mai visto, come se ci fossero veramente stati.
Velasco Vitali: la bellezza salverà il mondo. L'artista di Bellano (in provincia di Lecco) racconta una scultura e una pittura metaforica, dove elementi, materiali e contrasti si mescolano e comunicano la natura umana.
La più famosa attrice sudcoreana fu rapita dal regime di Pyongyang nel 1978. Bloccata per anni al Nord, fuggì col marito alla Berlinale. Una vita romanzo, sì, ma anche la vita di un'attrice, iniziata nel 1926 e lunga 91 anni. La diva sudcoreana, nata nella grande città di Gwangju, era talmente brava che fu rapita per girare film nella Corea del Nord.
Giuseppe Alippi, classe 1934, è uno di quei nostri alpinisti che a Lecco e nel mondo hanno fatto la storia. Dalle vette dell’Himalaya con Messner, a quelle della Patagonia con Ferrari. Un grande alpinista, anche se la prima cosa che mi dice è che lui è un contadino.
Amico di Alda Merini e Vanni Scheiwiller, a Osnago, in Brianza, ha il suo studio microcosmo. Alberto Casiraghy, artista, poeta, autore di libretti unici. Come sarà Alberto Casiraghy, l’artista, il poeta? Ed ecco che ti apre il cancello. Due occhi azzurri sul viso di un uomo. Una statua davanti all’ingresso e una scultura di tubi. Se suoni il campanello, ti accolgono le sue galline.
Shinjiro Koizumi ha 38 anni ed è l’astro nascente della politica del Giappone. Elegante, giovane, è su di lui che si sono concentrate le attenzioni di questo grande rimpasto di governo che sostituisce ben 17 dei 19 ministri. Nominato mercoledì da Shinzo Abe, il nuovo ministro giapponese dell’ambiente ha tutti i riflettori puntati su di sé.
Le donne iraniane ballano nelle strade come se non avessero mai ballato prima, ballano con e senza velo; si fanno riprendere in video che poi postano su internet, condivisi con gli hashtag #freeiran #NoToHijab #IranRegimeChange. Quella delle ragazze dell’Iran è una battaglia per la libertà. La libertà di fare quello che a qualsiasi donna occidentale sembra normale, la libertà di ballare in pubblico e lasciare a casa l’hijab.
Esiste un posto in Africa che è una «Svizzera d’Africa». Un’Africa che parla inglese e tedesco, un’Africa pulita, dove – mi dicono- si vive bene. Ma, in realtà, viaggiando in questo posto in Africa, grande più del doppio della Germania intera, mi rendo conto che proprio Svizzera non è. È un paese vasto e bellissimo, ma la povertà si vede.
Il satellite sarà di fatto il nostro occhio per prevedere fenomeni che, nel nostro piccolo orizzonte, siamo impossibilitati a vedere. Sarà il nostro mezzo per osservare la Terra da lontano, il nostro metodo di sorveglianza, una sentinella che, dall’alto, ci protegge.
Le carte non sono tutte uguali. Esistono le carte di credito a saldo, le carte di credito revolving, le carte di debito (i nostri bancomat) e ci sono le carte prepagate. La plastica sta in tasca, il contante ingolfa il portafoglio.
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